CICLO DI LEZIONI SUL TEMA LA LETTERATURA
ANGLO-INDIANA E INDO-BRITANNICA
In collaborazione con la Facoltà di Lingue e Letterature straniere Il ciclo, tenuto dalla proff.ssa MADELINE MERLINI, si svolgerà presso l'aula univeritaria n.8, di corso San Maurizio 31, ORE 18-19, tutti i mercoledì e giovedì con inizio il giorno 15 novembre 2000. L'ISCRIZIONE AL CORSO È GRATUITA PER ISCRIZIONI E INFORMAZIONI CESMEO - via Cavour 17 - 10123 Torino Tel. 011.54.65.64 Fax 011.54.50.31 |
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La relatrice esaminerà sia la letteratura anglo-indiana,
nell'ambito delle rappresentazioni dell'India da parte dei cosiddetti
orientalisti, che alcuni testi redatti in lingua inglese da scrittori
nativi del continente indiano. Esaminando sia testi coloniali che post-coloniali,
si affronteranno temi scottanti come l'alterità e in particolare la
subalternazione: in primo luogo verranno prese in considerazione opere
appartenenti alla nascente letteratura anglo-indiana per valutare in
quale misura esse abbiano influenzato il primo grande scrittore colonialista
Rudyard Kipling considerato, da Salman Rushdie, il letterato britannico
che ha saputo comprendere lo spirito indiano meglio di qualunque altro
suo connazionale. I suoi eroi sono oscuri funzionari inglesi che amano
l'India e gli indiani, tanto da destare nei colonizzati il sentimento
di manbap, cioè letteralmente, "tu sei mio padre e mia madre". In seguito
si analizzeranno i testi di autori successivi come Edward Morgan Forster,
Leonard Woolf, George Orwell e Edward Thompson che palesano dubbi ed
esprimono forti critiche sulla missione civilizzatrice degli inglesi
in India ritenendo auspicabile la fine dell'egemonia britannica.L'epoca
colonialista termina alla mezzanotte del 15 agosto del 1947 quando Nehru
dà comunicazione, in inglese, dell'Indipendenza raggiunta. Da questo
momento hanno inizio gli studi post-colonialisti in cui si esamina come
l'inimicizia dei colonizzati verso gli ex-colonizzatori possa coesistere
con un sostanziale rispetto reciproco. La relatrice analizzerà inoltre
alcuni testi che hanno per tema le tragedie risultanti dalla Spartizione
ed esaminerà i romanzi dei primi grandi scrittori indo-britannici, Raja
Rao, Mulk Raj Anand e RE. Narayan, la cui produzione letteraria era
iniziata prima dell'Indipendenza. In seguito si prenderanno in esame
gli scritti di Naipaul, di vari esponenti del realismo magico come Salman
Rushdie, Vikram Chandra e quelli di alcune scrittrici indiane, che si
trovano in una condizione di doppia subalternazione, ovvero come appartenenti
a un ex-colonia e come donne: rilevanti sono le opere di Anita Desai,
Bharati Mukherjee, Gita Mehta, Nayantara Sahgal, Sharan-Jett Shan, Anjana
Appachana ed i recenti romanzi di Arundhati Roy (Il dio delle piccole
cose, Guanda, Parma, 1997) e di Shauna Singh Baldwin (Quel che il corpo
ricorda, Mondadori, Milano, 2000). Verranno infine esaminati i testi
di Ruth Prawer Jhabvala, la scrittrice europea vissuta a lungo in India.
Le storie non vengono scritte per il piacere di raccontarle - afferma
la voce narrante di Quel che il corpo ricorda - ma per l'insegnamento
che nascondono. Siamo d'accordo? E, se siamo d'accordo, che cosa ci
avranno insegnato le molte voci che avremo ascoltato?
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